Sanremo-mania: i look indimenticabili che hanno fatto la storia

- Gran Shopping Mongolfiera Molfetta

Sette decadi di canzoni e altrettante di costume.

C’è chi turba, chi stupisce, chi incanta. Il Festival di Sanremo è storia di musica e moda, di look glorificati, detestati, giudicati. Che uniscono o dividono, pervadendo l’immaginario collettivo di immagini divenute oramai iconiche.

L’edizione 2023 della kermesse italiana per eccellenza è cominciata da soli due giorni e, tra attesi ritorni e nuovi inizi, sta puntando i riflettori sul palco dell’Ariston e sul carosello fashion che per cinque serate delizierà appassionati e non. Merito dello show oltre la gara (che regala ogni anno almeno uno scivolone su cui discutere e che anche quest’anno non è mancato), e potere della moda, che delizia lo sguardo al di là della competizione canora.

E se nelle settimane antecedenti l’avvio di Sanremo si specula- chi vestirà chi è diventato un gioco irresistibile, complici i social che donano indizi qua e là- c’erano anni (fino ai tecnologici 2000) in cui intuire era impossibile.

Sanremo: i look iconici che ricorderemo per sempre

In questa edizione Amadeus ha scelto di aver al proprio fianco non solo il mitico Gianni Morandi, ma anche 4 co-conduttrici: Chiara FerragniFrancesca FagnaniPaola Egonu e Chiara Francini. Sul palco, tra gli altri, abbiamo visto vere e proprie icone come Anna Oxa e altri big che hanno saputo catturare l’attenzione anche per il loro modo di vestire: pensiamo a ElodieLevante, Paola e Chiara.

Il Festival di Sanremo è da sempre luogo di rivelazioni e rivoluzioni, termometro dei costumi della società italiana e della sua evoluzione. Per comprendere e apprezzare a pieno la moda sul palco dell’Ariston, infatti, è necessario conoscerne la storia.  In questo articolo noi di Gran Shopping Mongolfiera facciamo un ripasso dei look più iconici che hanno fatto la storia del Festival della Canzone Italiana.

 

– 1961: Mina con “Le mille bolle blu”

Per tutti era la vincitrice annunciata, invece, durante l’esibizione della seconda serata la sua voce s’incrinò, facendola arrivare solo al quinto posto.

Mina Anna Maria Mazzini, per tutti, semplicemente Mina, negli anni Sessanta regala alla storia della musica “Le mille bolle blu”. E lo fa anche attraverso la moda, traducendo tanti pois blu e irregolari su un abito in chiffon con gonna a corolla, stretto in vita a contrastare la vaporosità del finale come stile dell’epoca vuole. Confezionato per lei dalla sarta di fiducia, è uno degli esempi di eleganza più riusciti nella storia del Festival di Sanremo. Indimenticabile.

 

– 1969: Nada con “Ma che freddo fa”

l Festival del 1969 segna almeno tre grandi new entry nella gara: Lucio Battisti, Rita Pavone e Nada. La cantante toscana ha solo 15 anni, ma tanto talento e una bellezza particolare. Da figlia del suo tempo, sale sul palco con un look che grida Londra anni ’60: capelli lunghi, lisci, sciolti, con la riga la centro e un miniabito bianco leggermente svasato con le maniche ricoperte da tante margherite, accessoriato con un paio di boots in vinile anche loro bianchi. Le basta quella sola esibizione per far diventare “Ma che freddo fa” una hit e per entrare nella storia di Sanremo e della musica.

 

– 1978: Anna Oxa con “Un’emozione da poco”

In realtà, scegliere la più iconica tra le mise sfoggiate da Anna Oxa nel corso della sua lunga carriera al Festival (l’edizione di quest’anno è per lei la quindicesima), è operazione difficilissima.

Camaleontica, non si contano le volte che ha stupito attraverso i look sul palco dell’Ariston. Scegliamo di inserire tra i più memorabili quello del ‘78, che la vede debuttare con “Un’emozione da poco” in abiti mannish e post-punk. Una rivoluzione per il Sanremo dell’epoca- cui contribuiscono anche il make-up massiccio e l’hairstyle effetto wet- che solo un’artista audace e trasgressiva come la Oxa poteva produrre. ICONICA.

 

– 1984: Patty Pravo con “Per una bambola”

Patty Pravo ha cambiato sound ed immagine ad ogni Sanremo.

Nel 1984, a metà tra l’orientaleggiante e l’alieno, calca le insidiose scalinate dell’Ariston cantando “Per una bambola”, ballata suadente di cui sottolinea la raffinata potenza con una performance spettacolare, aiutata dal movimento del ventaglio a coprirle il volto sul finale dell’esibizione. L’abito drappeggiato con trama metallica lo realizza per lei Gianni Versace, sancendo così il successo stilistico della cantante il cui look, divino, non ha eguali ancora oggi.

 

– 1991: Sabrina Salerno e Jo Squillo con “Siamo donne”

Manifesto femminista ultra pop, di quelli che non smettono di far ballare (e cantare), “Siamo donne” è l’inno di ribellione che Sabrina Salerno e Jo Squillo portano sul palco dell’Ariston nel ‘91.

Una grinta tradotta nella moda di succinti completi sparkling e catsuit aderentissime che ribaltano la regola non scritta per cui a Sanremo si va solo in abiti da grande soirée. Energiche e accattivanti, le due cantanti inaugurano la decade dei Novanta con look che rivelano e divertono, ostentando fiere una femminilità sbarazzina ma assolutamente consapevole.

 

– 2001: Elisa con “Luce – Tramonti a Nord-Est”

A Sanremo nel 2001, Elisa vince con “Luce-Tramonti a Nord-Est”, racconto del vuoto che arriva a seguito della fine di un amore. E il testo si interpreta così: con look semplicissimo e immacolato, nella foggia come nel make-up acqua e sapone. Siamo nei 2000 ma i minimali anni Novanta riecheggiano nella t-shirt a manica lunga e nei pantaloni morbidi di Elisa, disegnati personalmente per l’occasione, secondo un’eleganza sobria e discreta, che non rubi la scena alla profondissima interpretazione.

 

– 2021: Elodie

Ok, Elodie è da sempre una delle nostre preferite. Nel 2021 torna sul palco dell’Ariston come co-presentatrice vestendo gli abiti di Versace e Giambattista Valli e risultando sempre perfetta – e iconica.

Il suo momento top è stato quando si è esibita in un mash-up tra i suoi pezzi e il sound di Madonna e Beyoncé indossando un mini dress argentato. Meraviglioso.